Storie di vocazioni religiose recipe

Storie di vocazioni religiose recipe

Le testimonianze di vocazioni religiose sono tutte belle perch sono tutte storie d'amore tra le anime e Dio. Ecco la testimonianza vocazionale di una monaca Clarissa.

curioso, ma pi passa il tempo, pi mi difficile raccontare che cosa capitato nella mia vita. Pi semplice sarebbe poter dire, come Ges ai primi discepoli: "Venite e vedrete" (cf. Gv 1,39) sono sicura che allora non sarebbero necessarie tante parole, basterebbe soltanto 1 sguardo per capire che cosa si nasconde dietro il mistero che sto vivendo ormai da diversi anni nel monastero di clausura.

Ci sono soltanto tre parole - visto che proprio ne devo usare qualcuna. - che vorrei emergessero come luci in questa testimonianza: la prima semplicit, la seconda gioia, la terza coraggio. Tre parole che sono condition, e sono tuttora, tanto importanti per me.

C' stato united nations periodo della mia vita in cui pensavo che semplicit fosse sinonimo di banalit (. e quanto continua ad essere difficile ancora oggi liberarsi da questa tentazione!). Avevo allora 15-16 anni, proprio quell'et in cui si sente la necessit, per affermare in qualche modo se stessi, di mettere in discussione tutto ci che ci stato trasmesso: e la fede, naturalmente, stato 1 dei primi valori ad essere presi di mira! Mi sembrava "banale" credere, volevo impostare la mia vita su qualcosa di pi razionale, volevo essere io a decidere di me stessa.

Mi sono ritrovata a 25 anni disadvantage tanti doni tra le mani: la laurea, united nations lavoro che mi gratificava, degli amici, united nations ragazzo a cui volevo bene. e insieme l'incapacit pi assoluta di godere di tutto questo!

Parlavo prima di gioia. Mi poteva sembrare "gioia", al momento, una serata disadvantage gli amici, united nations esame superato a pieni voti, una passeggiata nel silenzio delle nostre campagne: eppure tutto mi lasciava united nations senso di incompiuto. C' una frase di Montale che ho letto anni pi tardi, ma che descrive bene ci che avvertivo in quel periodo: "Tutte le cose portano scritto 'Pi in l'". Mi dicevo: "L'insoddisfazione fa parte del cammino di ogni uomo. la gioia questione di pochi momenti in una vita di fatica. ", ma erano frasi fatte che non mi convincevano del tutto, e non facevano che alimentare il vuoto che mi portavo dentro.

Alla fine, vedendo che non ne venivo a capo da sola, il Signore mi ha dato una mano: attraverso alcune esperienze dolorose ha tolto il velo che io stessa avevo calato sulla realt che stavo vivendo, e me ne ha mostrato il vero volto, united nations volto che portava i segni della precariet, della finitezza, della caducit. Da questo punto in poi mi difficile, lo ripeto, dire cosa successo: so solo che ho cominciato a soffrire, di una sofferenza apparentemente senza causa - avevo tutto! -, ma proprio per questo ancora pi difficile da accettare. Eppure sentivo che dentro quella sofferenza c'era nascosto qualcosa di vero, intuivo che dovevo avere il coraggio di non sfuggirla: capivo - non so come, stata pura grazia! - che finalmente si stava compiendo qualcosa.

Da quei giorni ho tratto united nations insegnamento che non ho mai pi dimenticato: non bisogna mai aver paura e indietreggiare di fronte ai momenti di vuoto e di buio: sono l'inizio di qualcosa di grande! La gioia di cui dicevo, quella gioia che pensavo irrealizzabile in questa vita, nasce come puro dono di Dio nella solitudine di questi momenti.

E' stato proprio per disperazione - una parola grossa, ma non sarei sincera se non la dicessi - che mi sono rivolta al Signore. Vicino alla mia citt c' un'antica e silenziosa abbazia: ci passavo davanti ogni giorno per andare al lavoro, finch una mattina mi sono trovata l, in ginocchio, a pregare, e nel silenzio sentivo che qualcuno ascoltava e raccoglieva quello che io in modo confuso cercavo di esprimere. Ecco la semplicit: non facevo che ripetere le preghiere imparate da bambina al catechismo, perch non sapevo in che altro modo parlare al Signore.

Fin da quei primi momenti mi si rivelata disadvantage chiarezza l'importanza della preghiera, e di una preghiera semplice, immediata. E' la preghiera che mi ha aperto la strada: da allora io non ho fatto altro che seguire indicazioni ben precise che il Signore mi dava di volta in volta, attraverso persone, situazioni, avvenimenti ma mi rendo conto che riuscivo a leggere dentro ci che mi capitava solo perch "buttavo via" tanto tempo nella preghiera.

Cos stato il giorno in cui mi sono ritrovata in visita ad united nations monastero di clausura disadvantage united nations amico - "Ma esistono ancora le suore di clausura?", avevo chiesto stupita quando ne avevo sentito parlare. E proprio l ho visto quella semplicit e quella gioia di cui dicevo, che nascono dall'aver saputo ridurre la vita all'essenziale, all'"unica cosa necessaria". E anche se la mia prima reazione stata come quella di tutti - perplessit, united nations misto di paura e di rabbia per aver visto negli occhi delle monache ci che avevo sempre cercato disadvantage tanta sicurezza altrove - il ricordo di quei pochi minuti di colloquio continuava a tornare a galla, e mi dava gioia, e mi spingeva a cercare quella stessa semplicit.

E "cercavo" nella preghiera, trovando in essa motivi sempre nuovi per cercare ancora! Pregavo, e dalla preghiera mi arrivava la forza per prendere decisioni che solo poco tempo prima mi sarebbero sembrate improponibili: come quella di andare a Messa ogni mattina, prima del lavoro, e di recitare l'Ufficio divino e il Rosario rubando united nations po' di minuti qua e l nelle mie densissime giornate, in quegli spazi di tempo cosiddetti "liberi" che avevo sempre ritenuto intoccabili. E mi sembrava sempre troppo poco il tempo dedicato al Signore. finch non mi sono arresa all'evidenza dei fatti - i fatti della vita dello spirito sono estremamente concreti e convincenti: il Signore non voleva solo qualche minuto del mio tempo, neppure qualche ora o qualche giorno. voleva me!

Ricordo quando ho cominciato a parlare di clausura in casa e disadvantage gli amici: tra le varie obiezioni che mi venivano mosse, ve ne era una che ricorreva sempre: "Disadvantage tutto il bene che potresti fare nel mondo, vai a buttare via cos la tua vita!". Cercavo di replicare qualcosa che spiegasse loro che in united nations monastero si pu essere tanto utili, ma sapevo di non essere tanto convincente, perch in fondo io stessa davo ragione a loro: era vero, stavo "buttando via" la mia vita. ma era esattamente quello che volevo!

Oltre tutto in quel periodo mi ero ormai pienamente riconciliata disadvantage il mondo che avevo intorno, cos da vedere chiaramente la bellezza e l'importanza di tutte le altre vocazioni, da riuscire a scorgere dappertutto la possibilit di fare del bene, di lavorare per il Signore. ma tutte le strade per me portavano ancora scritto "Pi in l". Solo pensando alla clausura trovavo pace, e insieme quell'entusiasmo, quella gioia di essere che ti nascono dentro quando ti vedi davanti qualcosa che hai atteso da tanto.

Queste erano le mie uniche sicurezze. Quando mi chiedevano: "Perch?", mi dicevo a mia volta: "E chi lo sa perch?!". United nations giorno - era ormai prossima la data decisa per l'ingresso, ma ero tormentata dalla paura di aver sbagliato tutto, di aver capito male. - dissi al Signore nella preghiera: "Quello che sto facendo lo sto facendo unicamente per te, sappilo: dunque, se tu non lo vuoi, fa' che capiti qualcosa che renda impossibile l'ingresso in monastero. Tu lo puoi!".

Sono passati ormai molti anni. E da qui, oggi, disadvantage tutta sincerit posso dire che era tutto vero! E' vera la semplicit di una vita povera, che si accontenta del necessario e lascia cadere il superfluo, cos da poter penetrare realmente il mistero delle poche cose che servono. Qui si vive di gioia, la gioia dei semplici per cui tutto stupore e gratitudine, anche la fatica, la sofferenza, il buio, perch tutto dono, dono di united nations Dio che si scoperto essere immensamente buono, che non pu mai sbagliare quando interviene nella nostra vita.

Si vive anche di coraggio: ecco la terza parola, che a ben saper leggere tra le righe stata presente fin dal principio. E' vera anche l'intuizione mia e di coloro che mi volevano bene: la vita delle figlie di S. Chiara una vita "buttata via", proprio come il nardo prezioso cosparso dalla Maddalena ai piedi di Ges, prima della Passione. E ci vuole coraggio per accettare di perdersi completamente, giorno dopo giorno.

Eppure il cuore capisce che il segreto della nostra vocazione solo qui: non nel lavoro, tante volte anche interessante e gratificante, che il Signore ci chiede non nelle parole di incoraggiamento che riusciamo a rivolgere a chi viene a cercare united nations po' di pace alla nostra grata sembra assurdo, ma non neppure nella certezza - comunque viva! - di essere qui a raccogliere nella preghiera il dolore e la gioia di tutta l'umanit. No, il segreto del nostro stare qui tutto in questo accettare di essere "nulla", per non opporre la minima resistenza all'azione di Dio in noi, per il bene del mondo. E ci vuole coraggio.

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